SCUOLA DI CHITARRA SUZUKI (dai 3 anni)

Ci sono solo DUE insegnanti di Chitarra Suzuki in PUGLIA! Fra questi Alice Caroli

Il percorso che offriamo per i più piccoli è etichettato SUZUKI:

CHITARRA SUZUKI (dai 3 anni)

EDUCAZIONE AL TALENTO

premessa

Il nostro obiettivo è "L'educazione al talento", un percorso che lavora sullo studente, nutrendo di stimoli il suo ambiente e sviluppandone contemporaneamente sia la maturazione artistica e tecnica, sia la moralità ed il carattere. 

Un bambino impara a parlare ascoltando e ripetendo continuamente le parole dette infinite volte dai genitori, così imparerà a suonare: ascoltando e ripetendo continuamente un frammento musicale, un ritmo, una melodia che gli stessi genitori, "addestrati" dall'insegnante, gli proporranno nel corso della giornata affinché gli risultino familiari. 

Poiché la musica sarà a questo punto entrata a far parte in modo del tutto naturale del bambino e della sua famiglia, diventerà per loro "metodo di vita", attraverso il quale verrà costruito il carattere, si coltiverà il buon gusto, si svilupperanno le buone maniere, si imparerà ad entrare in relazione con gli altri rispettando le regole, ma anche affinando la propria sensibilità; sopratutto si troverà in essa quella compagnia che non verrà mai meno, ancor più se si sarà in grado di suonare uno strumento. 

CHITARRA SUZUKI 

A partire dai 3-4 anni di età è possibile accedere al corso di Chitarra Suzuki con Alice Caroli, insegnante di 3° Livello di Chitarra Suzuki, nonché Fondatrice e Titolare dell'Accademia Musicale Mùsima con sede a Monopoli (BA).

Il corso di Chitarra Suzuki è individuale e le lezioni, fino ai 5 anni, avranno durata di 30 minuti a settimana.

Sono percorsi che coinvolgono i genitori e l'intera famiglia, che lasceranno un'impronta importante nei cuori dei bambini e dei genitori che impareranno anche loro a suonare la Chitarra e seguiranno i loro figli quotidianamente nello studio a casa e nell'ascolto del CD che gli verrà consegnato durante la prima lezione.

La cosa più importante per noi è sapere di aver reso i genitori consapevoli della grande opportunità che possono donare ai loro figli. Il metodo Suzuki viene utilizzato con bambini di età prescolare, quindi dai 3 ai 6 anni. 

Ma viene utilizzato anche con bambini più grandi (es. 8-9 anni) perché stabilisce sin da subito la posizione, la tecnica corretta di entrambe le mani, indispensabili per diventare un ottimo musicista... il tutto attraverso giochi divertenti! 

In Puglia ci sono solamente due insegnanti di Chitarra Suzuki, fra questi Alice Caroli.

Per scoprire chi sono gli insegnanti che hanno davvero conseguito la formazione in metodologia Suzuki clicca il pulsante qui sotto.

"OGNI BAMBINO PUÒ"
approfondimento importante prima di intraprendere questo percorso

(tratto da "Una grande rivoluzione educativa in campo musicale" di Elio Galvagno)

L'intento e lo sforzo costante del Dr. Suzuki, durati tutta una vita furono sempre ancorati a questi cinque elementi:

1. I bambini (era attratto dalla loro sensibilità)

2. La musica (era l'abilità con la quale poteva portare il suo contributo)

3. Il carattere e il cuore dei bambini (favorirne lo sviluppo armonioso)

4. I futuri cittadini delle nostre città (far cresce bravi cittadini)

5. La pace (creare costruttori della pace nel mondo).

L'approccio all'educazione dei bambini in musica venne creato dal Dr. Suzuki come alternativa ai disastri della seconda guerra mondiale, di cui fu testimone diretto. Intendeva, infatti, portare un contributo alla costruzione di una nuova umanità che non comprendesse più simili orrori. Volle allora partire dai bambini piccolissimi e dal suo essere musicista: attraverso la musica e credendo fortemente nel suo spirito trasformatore, intuì che poteva sviluppare e favorire valori come la sensibilità, la gentilezza, il saper comunicare, il gusto per il bello, l'umiltà, la pazienza, la perseveranza; questi valori si sarebbero appresi grazie allo sviluppo dei talenti musicali che ciascuno di noi ha, non importa se piccoli o grandi. I risultati musicali furono e sono straordinari: pur non essendo contrario a essi, non erano però il suo scopo primario. <<Esistono>>, diceva, <<abbastanza grandi musicisti, ma non abbastanza grandi persone>>.

Credo sorga a questo punto spontanea una constatazione: i genitori si avvicinano all'esperienza Suzuki perché i loro figli imparino a suonare uno strumento musicale. E una domanda: cosa c'entra tutto questo con la crescita di una persona? E come concretamente la musica agisce in questo processo?

Penso allora che per rispondere a questo quesito occorra soffermarci - seppur brevemente - sulle origini del metodo Suzuki. Intanto il Dr. Suzuki aveva chiara questa impostazione: non era necessario diventare musicisti professionisti, ma sarebbe stato sufficiente suonare uno strumento molto bene. Così facendo il bambino veniva coinvolto in un processo di apprendimento, risoluzione e superamento di piccoli obiettivi (gradino dopo gradino) che sarebbero diventati negli anni a venire sempre più grandi. Assorbire al più alto grado e sin dalla più tenera età i caratteri espressivi della musica dei grandi compositori voleva dire iniziare a modellare il carattere, associare alla forza vitale che c'è in ciascuno di noi lo spirito della musica con tutto il suo potere

Questa abilità a risolvere i problemi sarebbe stata fondamentale per affrontare e superare le difficoltà della vita di tutti i giorni, non solo una volta diventati adulti, ma anche e proprio durante la loro infanzia e adolescenza. Questa riflessione può già darvi uno strumento di comprensione: si inizia prestissimo con la musica, con l'attenzione rivolta al bambino e senza pensare a creare musicisti professionisti (anche se poi effettivamente lo diventano perché il metodo è eccellente). È necessario a questo punto conoscere come nacque la sua intuizione per capirne a fondo la portata. 


Il metodo 

Siamo nel 1920. Suzuki si trovava in Germania perché vuole perfezionare la sua abilità con il violino, dopo aver lasciato il Giappone per evitare di diventare amministratore della fabbrica del padre. Vi rimane otto anni ospitato a casa di Albert Einstein con cui suonò anche in quartetto. 

Dopo circa due anni di permanenza si accorge che tutti i bambini tedeschi di poco più di un anno parlano correttamente il tedesco e lui no. Una persona normale non si sarebbe posto tanti problemi, una persona di genio sì: decide quindi che deve trovare una risposta a questo quesito. Inizia a riflettere sui meccanismi di apprendimento della lingua isolandone diversi, ma tre sono i più significativi. 

1. Una lunga fase di ascolto che inizia nel grembo della mamma, che si protrae per almeno 5-6 mesi dopo la nascita e che prepara i primi balbettii e tentativi di emissione parlata. 

2. Un ambiente favorevolissimo che circonda il bambino: qualsiasi balbettio o tentativo di parola pur storpiata che sia, viene salutata con successo, con festa, con richieste di ripeterla e di farla risentire a tutti,, non importa se comprensibile solo da mamma o papà. In questo contesto a nessuno passa per la mente di dire al bambino di tacere e di riprovare quando ne sarà capace. C'è una fiducia sconfinata nelle sue capacità di imparare a parlare e non si nutre nessun dubbio in proposito. 

3. La ripetizione: quando il bambino ha appreso a dire la parola <<mamma>>, non gli si dirà di lasciarla da parte per iniziare a impararne un'altra, ma gli si chiederà di ripeterla per tutta la vita con mille sfumature e in infiniti contesti. 

Il Dr. Suzuki , che nell'apprendimento del tedesco non aveva avuto queste condizioni e che non poteva più far nulla per rimediarvi, viene letteralmente catturato e rapito da un'intuizione geniale: queste tre condizioni applicate alla musica sarebbero diventate i pilastri di un nuovo cammino di educazione musicale basato sul metodo della lingua madre. 

Nel 1929 ritorna quindi in Giappone e, pur continuando a suonare, interrompe la sua carriera concertistica per dedicarsi anima e corpo a questa sua intuizione: apprendere a suonare così come si apprende a parlare. Prepara un repertorio adatto ai bambini piccolissimi da far ascoltare ogni giorno; prepara i genitori affinché sviluppino un ambiente ideale e favorevole; insegna ai genitori a giocare in musica con loro figli e a riproporre in modo naturale la ripetizione di quanto via via si apprende. 

La guerra lo fermerà e rischierà di morire per una grave malattia. Dopo la guerra comprende, con le idee ormai chiare sui reali obiettivi, che deve iniziare questa sua avventura senza alcuna esitazione. Da allora - siamo nel 1950 - viaggerà ininterrottamente in tutti i continenti fino quasi all'anno della sua morte per diffondere ciò in cui credeva, insegnerà a migliaia di insegnanti in tutto il mondo e il metodo si diffonderà ovunque. 

Forse adesso l'ipotetico genitore interessato da questa nostra proposta inizia a capire che non è un corso dove si parcheggia il bambino, ma scopre al contrario di avere un ruolo preciso, dove gli è richiesto di giocare e suonare con la propria figlia o il proprio figlio e di condividere con lei o con lui un cammino educativo, dove è centrale lo sviluppo del carattere e dove suonare uno strumento è il mezzo per favorire la crescita globale dell'intero bambino.

Lo sviluppo delle abilità

Secondo il Dr. Suzuki la crescita globale del bambino passava e passa attraverso lo sviluppo di alcune abilità. 

L'abilità ad ascoltare. Ascoltare musica facilita l'acquisizione di informazioni e conoscenza. 

L'abilità a osservare e imitare. I bambini imparano musica nello stesso modo in cui imparano a parlare. 

L'abilità a memorizzare. Come prima si parla e poi si legge, così prima si suona e poi si legge sviluppando enormemente la memoria. 

L'abilità a concentrarsi. È forse superfluo dire quanto sia importante questa abilità. 

L'abilita a esibirsi ed eseguire in pubblico. Si diviene sicuri di sé abbastanza da condividere che cosa si conosce. 

L'abilità a preservare. Gradino dopo gradino imparerà a superare le difficoltà e scoprirà di essere capace di costruire il successo.

L'abilità di essere disciplinati. Qui vorrei descrivere una catena di conseguenze riguardanti la disciplina: 

1. Il genitore crea il desiderio di imparare e il bambino inizia così a praticare. 

2. Quando il bambino vuole suonare, suonerà sempre di più sviluppando l'abitudine. 

3. Quando quest'abitudine si sviluppa, l'abilità inizia a crescere. 

4. Quando l'abilità è sviluppata, tutto diventa facile e senza sforzo.

5. Quando ci si esprime con facilità il bambino prova gioia e sente il piacere in ciò che sta facendo.

6. Quando il bambino sente il piacere, inizia a valutare il valore di quanto sta facendo.

7. Quando comprende questo valore, inizia a sentire delle responsabilità e un certo obbligo, e a questo punto si può dire che diventa disciplinato in un'attività.

L'abilità del cuore

C'era però un'ulteriore abilità cui il Dr. Suzuki teneva più di tutte: l'abilità del cuore. Pensare alla globalità di una persona vuol dire pensare anche al suo cuore ed è per questo che Suzuki chiedeva ai suoi allievi di arrivare al cuore della musica, addirittura al cuore e allo spirito che batte nelle composizioni di Bach o di Mozart. Non era e non è, infatti, sufficiente fermarsi ad ascoltare se i suoni e il ritmo sono corretti. C'è qualcosa di più profondo cui corre arrivare. Ma come si fa? E in particolare, come si fa se il nostro cuore è chiuso e rivolto solo a se stesso? Occorre allora abituare il nostro cuore ad aprirsi, a dare, ad accorgersi di chi gli sta vicino e, solo se lo resetteremo verso la disponibilità, esso diventerà più sensibile. A questo punto l'espressione musicale delle nostre esecuzioni sarà abbondante e delicata. 

L'esperienza del Dr. Suzuki dimostrò dopo oltre settanta anni di ricerca che i sentimenti del cuore e il grande talento erano profondamente legati. nel capitolo Eccezionale talento, eccezionale cuore del suo librò "Lo sviluppo precoce delle abilità a partire dai zero anni" egli descrive come insegnare la generosità. Sì, la generosità e l'amore, come ogni abilità, possono essere insegnati, ma sopratutto, come ogni abilità, vanno praticati continuamente. 

Suzuki chiese allora di provare ogni giorno a catturare i sentimenti e i bisogni degli altri, senza l'aiuto di parole. Concretamente propose di guardare alla madre e al padre per scoprire quali sentimenti provavano; di scoprire se avessero bisogno di aiuto. Man a mano che l'abilità si sviluppava, chiese di scoprire il loro bisogno di aiuto prima che fosse richiesto, perché allora sarebbe stato troppo tardi. Il più alto gradino in questa abilità del cuore consisteva nel soddisfare almeno una volta alla settimana un bisogno della mamma o del papà senza farsi scoprire, senza che nessuno sapesse chi era stato l'autore della buona azione. Solo Suzuki avrebbe conosciuto questi segreti. 

Sviluppando la sensibilità verso i sentimenti degli altri, più tardi, forse, si sarebbe riusciti a catturare il cuore di Bach e di Mozart nella loro musica. Credo che ora si possa comprendere appieno come il metodo Suzuki non è solo un metodo per suonare il violino.

I valori

Da questa esperienza evidenzierei tre valori che hanno fatto la differenza e che grazie al Dr. Suzuki hanno e stanno cambiando l'orizzonte educativo del pianeta.

1. Iniziare il più presto possibile. Preferisco citare Platone dalla Repubblica anziché uno degli innumerevoli studi a conferma di questa intuizione: <<(...) tu sai che l'inizio è la più importante parte di ciascun lavoro e specialmente nel caso dei giovani, dove il carattere si sta formando e le informazioni sono prontamente fissate (...) ogni cosa ricevuta nella mente a quell'età diviene probabilmente indelebile e inalterabile (...)>>. Suzuki nel suo già citato Lo Sviluppo Precoce delle Abilità a partire dai Zero Anni affermò con semplicità e chiarezza: <<Occorre iniziare il più presto possibile>>. Tutta la futura formazione - fisica, cognitiva, emozionale ed estetica - sarà facilitata e condizionata dai fondamentali legami stabiliti nelle primissime lezioni. 

2. L'ambiente. Grazie al Dr. Suzuki in questi ultimi settanta anni c'è stata una rivoluzione nella comprensione della sorgente del talento e delle abilità. Tutto il dibattito su natura e cultura è stato anche influenzato dalla sua prassi; non è più possibile oggi dire che quel bambino può e quell'altro no. Anche qui ci lasciò questa semplice affermazione su cui meditare: <<L'uomo è figlio del suo ambiente. Tutto dipende dall'ambiente. Non ho nessun dubbio sul fatto che la gente nasca con differenze fisiologiche ereditarie, ma credo che le abilità di una persona crescano e si sviluppino secondo gli stimoli che provengono dall'esterno>>. 

3. Credere nello spirito umano e nello spirito della musica, usando un positivo approccio in tutte le relazioni umane. Un giorno, dopo un'esecuzione mediocre di un suo allievo, il Dr. Suzuki seppe comunque trovare qualcosa di positivo; che lezione ci diede! Riuscì in una situazione critica a creare un ambiente di accettazione: in simili situazioni per l'allievo sapere di essere accettato, lo rende sicuro e favorisce un'apertura alla crescita, a divenire migliore, a imparare. Egli non disse <<Che bravo, meravigliosa esecuzione>>, ma creò un'atmosfera in cui il bambino non doveva difendersi e costruire muri. Ancora da Platone <<(...) devi avviare i tuoi bambini allo studio in una piacevole maniera, senza alcuna aria di costrizione, con l'altro obiettivo di discernere l'inclinazione naturale dei loro rispettivi caratteri (...)>>. Sappiamo quanto fosse importante per il Dr. Suzuki lo sviluppo del carattere nell'educazione musicale!

Una visione: "Ogni bambino può!"

Questi valori mi conducono a tratteggiare una visione, una visione annunciata non da pochi insegnanti giapponesi, ma ormai da migliaia di insegnanti sparsi in tutti i continenti del mondo, supportata sempre di più dal mondo accademico e scientifico e tratteggiata dal Dr. Suzuki nel 1968 al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite: "Ogni bambino può!". 

<<Se un bambino>>, disse il Dr Suzuki, <<ha imparato a parlare bene - cosa che richiede un elevato livello di abilità -, com'è possibile che abbia dei problemi scolastici, che resti indietro? Qualcosa non va nell'educazione>>. Rivolgendosi ai Capi di Stato disse: <<(...) Come privato cittadino posso fare pochissimo, posso solo far vedere il successo del metodo della "madre lingua" attraverso il metodo Suzuki (...) Ma l'apprendimento della lingua madre è stato definito dagli studiosi il metodo di apprendimento naturale con il quale imparano a parlare i bambini di tutto il mondo (...) Perché voi educatori non studiate a fondo il metodo della madre lingua, non soltanto nell'educazione musicale, ma anche in tutte le altre branche dell'apprendimento? Mi piace pensare che questo potrà succedere nel ventunesimo secolo!(...)>>. 

Educare vuol dire imparare continuamente: è così che la capacità di risolvere i problemi si arricchisce costantemente e viene modificata dalle condizioni dell'allievo con cui stiamo. Quali parole, quale tono di voce, quale umore serviranno per catturare l'attenzione? Sarà più appropriata la guida o l'indipendenza? 

Non dimentichiamo che educare significa letteralmente tirare fuori. Educare vuol dire essere pronti a comprendere il bambino dal suo punto di vista, pronti temporaneamente a mettere da parte il nostro mondo, pronti a capire senza giudicare e senza necessariamente essere d'accordo o in disaccordo, pronti ad accettare i sentimenti del bambino, senza volerli cambiare.

Quale bambino?

All'inizio dissi che l'intento e lo sforzo del Dr. Suzuki furono sempre ancorati a cinque elementi, il primo del quale era dedicarsi ai bambini: quando insegnava, prendeva sempre un momento per raggiungere il loro livello. Quale bambino crescerà con questo insegnante e in questo ambiente? Ecco tre possibilità: 

1. In questo ambiente il bambino troverà le condizioni per esprimersi pienamente. L'espressione personale è la più importante ragione del fare musica. Dobbiamo imparare a insistere nello stesso modo con cui insistiamo per le note esatte: capiremo allora che la musica senza espressione è poco più di un rumore organizzato. L'insegnante Suzuki è una persona che è continuamente stupita e cambiata dai bambini, non tanto e non solo dal loro straordinario suonare, ma dai loro comportamenti! 

2. In quest'ambiente il bambino scopre che è unico e irripetibile e che questa sua unicità è un valore per la comunità. Pablo Casals affermò che <<(...) ogni secondo che noi viviamo è nuovo e unico nell'universo, un momento che mai fu prima e mai sarà di nuovo (...) Ma che cosa insegniamo ai nostri bambini alle scuole? Che due più due fa quattro e che Parigi è la capitale della Francia! Dovremmo invece anche dire: "Sai chi sei? Sei una meraviglia, sei unico in tutto il mondo, non c'è un altro bambino come te... Guarda al tuo corpo, alle tue braccia, alle tue gambe, alle tue dita, a come si muovono: tu hai la capacità di diventare ogni cosa, sì tu sei un gioiello... Quando crescerai, devi dire agli altri la stessa cosa, che sono una meraviglia come te..." Insieme dobbiamo costruire un mondo degno dei nostri bambini (...)>>. 

3. In questo ambiente il bambino potrà sviluppare i suoi talenti. Questo è un affascinante progetto in continua evoluzione, un processo interattivo che richiede da parte nostra attenzione, sensibilità, analisi, ma anche spontaneità, prontezza nel modificare gli obiettivi e nell'entrare in sintonia. 

Ricercare i doni di ognuno vuol dire aprirsi all'infinita ricchezza della vita e al tesoro dell'unicità di ogni vivente. Qui fiorisce allora il suono e la voce di ciascuno di essi: così come ciascuno di noi ha un timbro di voce inconfondibile, così ognuno ha un suo suono. Così come gli amici conoscono la loro voce senza aver bisogno di vedersi in faccia, così i bambini che crescono con la musica nel cuore riconoscono a occhi chiusi chi sta suonando, perché ciascuno ha un timbro inconfondibile! Che sensibilità: grande cuore, grande suono! 

Onorare, celebrare, rispettare i talenti incoraggia l'insegnante stesso a insistere perché i genitori facciano tutto il necessario.


Saluzzo Musica Festival "Chitarrissima"

30esima edizione

22-27 Agosto 2023

Più di 100 bambini provenienti da tutto il mondo che studiano Chitarra con metodologia Suzuki parteciperanno a questo meraviglioso Evento!

L'ultima settimana di Agosto di ogni anno più di 150 bambini in tutto il mondo che seguono il corso di Guitar Suzuki si riuniscono a Saluzzo (CN), uno storico paesino del Piemonte, per partecipare al Festival "Chitarrissima", un Festival molto importante e divertente durante il quale i bambini vengono divisi in fasce d'età, a seconda del Libro Suzuki che stanno studiando con il/la loro insegnante. I bambini potranno fare lezione di gruppo con insegnanti Suzuki provenienti da tutto il mondo, potranno esibirsi durante il concerto finale del 29 Agosto e potranno partecipare a concerti e seminari. La nostra insegnante Alice Caroli vi accompagnerà durante questo viaggio meraviglioso e la comunità Suzuki vi sosterrà in ogni piccolo passo.

E' possibile iscriversi al Festival cliccando sul sito www.saluzzomusicafestival.it, entrando nella sezione "Chitarrissima", selezionando il nome del vostro insegnante Suzuki e il libro che il/la bambino/a sta studiando. 

BUON DIVERTIMENTO!!!

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DOVE SIAMO

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